domenica 24 aprile 2011

Mercato dell'usato o business trendy?

vitacarmelitana.org
Un fenomeno in crescita che si sta diffondendo oggi molto più che in tempi passati, è il fiorire di negozi che vendono accessori e indumenti di seconda mano, o per dirla all'inglese è il second hand (una delle modalità con cui l'intero Occidente in via di regresso cerca di reagire alla crisi; sfruttando abilmente le ideologie ecologiste). I negozi di cose usate per bambini nascono come funghi in Italia, complice la scarsa natalità che non consente il riciclo in ambito familiare. Si può trovare di tutto, dagli indumenti ai passeggini persino ai giocattoli ecc; ovviamente meglio se firmati... Acquistare l'usato ormai è trendy; ci dimostriamo tutti più sensibili al risparmio e all'ecologia, poichè essendo capi o oggetti già usati non vanno ad intaccare tutto ciò che serve per la loro produzione. In più le persone grazie a questi nuovi tipi di negozi possono andare a vendere li le loro cose usate; che subiranno trattamenti per apparire come nuove. Fino a qui tutto bene ma c'è da chiedersi se tutto questo prima o poi non andrà ad intaccare la generosità che in questi anni ha alimentato i guardaroba della caritas o di centri parrocchiali, solidali e sociali. Il fatto di monetizzare uno scambio che era stato finora gratuito potrebbe risultare deleterio. Non stiamo parlando di chissà quali novità; siamo sempre stati abituati al mercato dell'usato: ma oggi sta diventando un business trendy; vuoi la crisi, vuoi l'ecologia, vuoi la scarsa natalità che riduce anche le parentele; insomma va bene tutto ma ovviamente bisognerebbe evitare gli eccessi; famiglie alla ricerca per i loro bambini solo ed esclusivamente del capo griffato, altrimenti il bambino non verrebbe "omologato" nella società; quando poi codesto bambino cresce in fretta e quindi il capino bisogna riciclarlo poi; negozi che riproducono profumi speciali per dimostrare che il capo è nuovo; non dimentichiamoci che possono esserci anche truffe come ad esempio su internet quando magari ci sono annunci non ben specificati. Insomma risparmiare e riuscire ad avere anche la qualità va bene ma non bisogna esagerare negli eccessi e non bisogna fissarsi per tentare di guadagnare a tutti i costi: vestiamoci e quando magari possiamo aiutare qualcuno o per bisogno o anche semplicemente per regalare qualcosa di nostro facciamolo senza problema, è così bello! Inoltre le cose si possono anche scambiare senza per forza la mania di denaro che poi in realtà sono pochi spicci. Sono tempi duri ma è molto meglio aiutarsi gli uni con gli altri senza chiedere nulla in cambio. Avete mai pensato ai bambini africani o delle parti più povere del mondo? Sorridono sempre e non hanno nulla e sopratutto per essere felici non hanno bisogno di soldi. Cerchiamo di non essere troppo attaccati al denaro ma cominciamo a riscoprire i valori della vita; quelli veri, forse periodi di crisi come quella di oggi servono anche per questo no? Pensiamoci!

Auguri!

Auguri di Buona Pasqua a tutti voi da parte di Parliamo d'Attualità, con la speranza che sia una Pasqua piena di gioia, cordiali saluti dagli amministratori!



venerdì 22 aprile 2011

CogitanScribens, quando scrivere significa riflettere

Parlando d'attualità, credevo fosse doveroso fare riferimento a chi si interessa di problematiche agendo concretamente sul territorio. Oggi, a fronte della totale indifferenza di chi dovrebbe risolvere i problemi del paese, dai grandi centri alle piccole realtà, credevo fosse giusto parlare di un sito si sta facendo strada da tempo, partendo da Ceccano, centro nel cuore della Ciociaria, e che oggi vanta molti estimatori per il suo carattere apartitico, volto, più che "alla poltrona", a risolvere i problemi in maniera concreta costruendo un rapporto proficuo con chi di dovere per il bene della cittadinanza. Il nostro sito affronta temi generali che danno occasione di spunto per parlare appunto di attualità, per cui volevo sottolineare l'importanza di chi si adopera ormai da tempo, concretamente, in una realtà con tanti problemi da affrontare. Il sito a cui vi rimando è CogitanScribens, uno staff di ragazzi promotori di diverse iniziative, costantemente attenti alle problematiche che troverete senz'altro interessanti e che sono uno spunto di riflessione per tutti. Nel ricambiare gli auguri a tutto lo staff di -CogitanScribens-, invito tutti coloro che sono interessati a "Parliamodattualita" ad iscriversi alla newsletter oppure a seguirci su facebook qui.

mercoledì 13 aprile 2011

L'Europa: dal sogno del '900 alle critiche odierne

Bandiera dell'Unione Europea. (comune.cesena.fc.it)

L'Europa: un continente che nella sua storia ha visto decine e decine di guerre, devastazioni, battaglie. Un territorio nel quale si sono succeduti popoli di etnie diverse, che hanno portato nuovi valori, nuovi costumi e nuove tradizioni che si sono integrati o che hanno rivoluzionato quelle precedenti. Tuttavia, dalle teorie filosofiche ai grandi condottieri che hanno fatto la storia si arriva al sogno inseguito da tanti: esempio il grande impero Romano, che nel II secolo d.C aveva raggiunto dimensioni eccezionali, considerando tra l'altro il grande sviluppo culturale che fece di questa civilà un modello autentico da seguire, che andò tuttavia disgregandosi pochi secoli più tardi. Tra i tanti che fecero la storia, lo stesso Napoleone tentò di unificare tutti gli stati che si trovavano in Europa, venendo tuttavia sconfitto alla fine dalle forze che si erano opposte al suo piano politico, senza dimenticatre infine il progetto fondato su assurde ideologie razziste del Terzo Reich di Hitler. Ma il vero sogno, transnazionale, era quello di unificare le varie popolazioni in unico continente, in maniera democratica e nel rispetto delle tradizioni di ogni singola nazione. Lo stesso motto recita "unita nella diversità". La dice lunga sulle differenze dei vari popoli, che però riuscirono a trovare un punto d'incontro in nome della pace con la costituzione della Comunità Economica Europea nel '57 (Trattato di Roma). Oggi si contano 27 paesi appartenenti all'Unione Europea. E' notizia di questi giorni che ci sono state delle proteste importanti da parte del governo riguardo alla questione clandestini: secondo l'Italia l'UE non interviene in maniera decisa e fino adesso non ha fornito il supporto sperato per la risoluzione del problema immigrati, mentre Lampedusa vive in una situazione di emergenza costante. Al di là dei risvolti politici di questa vicenda, volevo incentrare l'attenzione sul fatto che più di qualcuno ha espresso legittimamente delle perplessità inerenti l'Unione Europea: è proprio vero che il prendere decsioni insieme ad altri stati garantisce una situazione migliore? Vogliamo poi parlare della moneta unica? Fino adesso di certo non ha avuto gli effetti sperati,: nel nostro paese il costo della vita ha subito un'impennata, che associata alla crisi economica globale ha avuto risvolti piuttosto pesanti sull'occupazione. Bisogna però ricordare che, come ci ricorda Sergio Romano nel suo articolo di fondo sul Corriere della Sera, proprio noi siamo stati i primi ad unirci al coro per un'Europa unita, per "riemergere dalla sconfitta" della guerra, per dare "un senso alla nostra tardiva e imperfetta unità nazionale...". L'Europa ci ha aiutato a crescere. A crescere uniti, insieme agli altri, e se ne fossimo esclusi avremmo problemi di certo maggiori e non possiamo credere di risolvere il problema di queste settimane da soli. Occorre l'aiuto di Bruxelles, che si spera presti grande attenzione a quella che è ormai da tempo un'emergenza umanitaria di dimensioni straordinarie.

domenica 10 aprile 2011

Karol Woityla diventa beato il primo maggio

Lo ricordiamo tutti con grande affetto credenti e non perchè oltre ad essere stato un papa eccezionale è stato prima di tutto una persona meravigliosa dotato di un cuore grande e puro. A sei anni dalla sua morte il prossimo primo maggio sarà beatificato; l'allungo sul processo di beatificazione è potuto avvenire grazie ad un miracolo riconosciuto di intercessione compiuto da Giovanni Paolo II, a seguito della guarigione di una suora affetta da morbo di Parkinson. Sicuramente manca a tutti e ognuno di noi conserva un buon ricordo di lui. Karol Woityla è stato un grande intellettuale, un papa giovane e coraggioso e uomo di dialogo; sempre pronto a battersi per il sostegno dei più deboli e ad intervenire per un mondo migliore richiamando anche chi governa per seguire una giusta ed equa morale di vita. E' stato indubbiamente un grande esempio di forza ma anche di coraggio in quelli che sono stati e continuano ad essere tempi difficili e inquieti. Inoltre il papa affermava il contrario sulla filosofia del laicismo che vede la separazione tra stato e chiesa; viste quindi come due mondi contrapposti; per lui invece le due cose potevano essere possibili e collaborative. Non a caso per rendere l'idea fece l'esempio dicendo che era come se uno sosteneva che l'acqua va dalla valle al monte. Già da qui possiamo vedere la sua grandezza. Di lui si è detto che era sportivo, simpatico, che faceva questo e quello, che non aveva paura di nulla; tutte cose vere ma non la più importante. Ha scosso il mondo grazie al suo cuore, fonte di ciò che è stato e che ha fatto; inoltre grazie all'obbedienza, alla concentrazione e alla fede che riponeva per il Signore e la Sua parola, riusciva ad andare avanti trovando la forza e gli venivano i gesti e le parole che sorprendevano tutti. Che dire ancora? Giovanni Paolo II oltre ad essere stato un buon pontefice è stato un uomo umile e un vero modello da seguire. In attesa di assistere alla sua beatificazione in piazza San Pietro, iniziamo a prendere esempio da lui!
Giovanni Paolo II (raimondoorru.blogspot.com)

mercoledì 6 aprile 2011

Donna: dunque essere vivente!

Negli ultimi giorni si è sentito parlare spesso del tema della mercificazione della donna, ebbene si, passano millenni, la società si evolve, ma la solfa è sempre la stessa se non addirittura peggiore. Vi confesso che parlare di ciò mi annoia molto perchè vorrei che di temi come questo e molti altri non ci dovrebbe essere proprio il bisogno di trattarli; tuttavia bisogna aprire gli occhi. Sentiamo sempre dire che la donna è al pari dell'uomo ma in realtà è un percorso che ancora deve essere ultimato del tutto; esistono ancora troppe forme di discriminazione e di abuso sia in Italia che nel resto degli altri paesi del mondo. Detto questo spero che la situazione si risolvi al più presto possibile. Ora vorrei soffermarmi un attimo sull'utilizzo che fa la tv, giornali e mass media in generale sul corpo delle donne. Purtroppo ci stiamo abituando troppo ai cattivi messaggi che riceviamo costantemente dai media, rischiando di lasciarci assuefare senza nemmeno fermarci a riflettere sul valore delle cose e di quello che stiamo guardando o ascoltando. Mi chiedo perchè la donna in tv sta divenendo sempre più svestita? Non ci si sofferma nemmeno più su un volto ma siamo bombardati solamente da sederi e seni, spesso e volentieri o quasi sempre rifatti; ormai anche nei tg. Che contenuto possono avere certe immagini e che senso hanno? Nell'uomo possono creare false aspettative dato che molti non sanno nemmeno che le foto vengono ritoccate abilmente creando esseri inesistenti e perfetti. Nelle donne possono creare sensi di disagio come il sentirsi inadeguate pensando a tali modelli proposti che in realtà sono uguali a noi; senza dimenticare che in alcuni soggetti questo disagio più portare a disturbi quali l'anoressia o la bulimia. Si creano così falsi miti; donne vere sostituite da immagini montate ad arte; donne sostituite da ragazze solamente molto giovani per mostrare il loro corpo alla merce di tutti; donne che di tutte le età che ricorrono alla chirurgia plastica col risultato che le renderà tutte identiche e dei veri mostri (forse un giorno se ne accorgeranno). Basta! Non se ne può davvero più; mi rivolgo a voi donne: svegliamoci da questo torpore e facciamo vedere chi siamo realmente e cioè degli esseri viventi e non degli oggetti! Per quanto riguarda la tv e i mass media ci sono tantissime cose da dire che vengono evitate, per lasciare posto al nulla.....profondamente amareggiata spero vivamente in un futuro migliore. Le cose possono sempre cambiare: partiamo da noi! Speriamo di aver smosso un pò di coscenze in questo periodo di crisi totale anche interiore. Come avete visto sopra c'è un video che vi dimostra che stiamo veramente cadendo verso il basso........giudicate voi.

lunedì 4 aprile 2011

Nucleare sì, nucleare no

Immagine di un impianto nucleare.(iserniaoggi.net)
Il tema che ricorre spesso e che sta tenendo banco in questi giorni è l'energia nucleare, che ha visto "spaccata" l'opinione pubblica in due differenti correnti: c'è chi sposa questo progetto e chi no. Vediamo quali sono gli argomenti a sostegno dell'una e dell'altra ipotesi. Partiamo da chi è favorevole: l'Italia soffre da anni un problema energetico di non poco conto, che la vede in netto ritardo rispetto ai paesi più sviluppati: il nucleare, grazie al quale si ottiene energia andando a modificare i nuclei atomici, rappresenta un ottimo quantitativo energetico ormai da anni per le nazioni più sviluppate, come ad esempio la Francia. Il punto è che la realizzazione di centrali nucleari risolverebbe un problema importante del nostro paese e darebbe nuovo slancio all'economia nostrana. Il livello di sicurezza è comunque elevato e siamo per fortuna lontani dall'ipotesi che potrebbe accadere quanto successo a Cernobyl nel 1986. Inoltre, tirando una conclusione semplicistica, ma pur sempre condivisibile, si può dire: esistono centrali in Francia, in Svizzera per cui noi, anche se non realizzassimo centrali nucleari, saremmo veramente al sicuro in ogni caso? Oppure chi non vuole il nucleare crea solo paure e allarmismi ingiustificati? Proprio in queste ore si parla del referendum, ma ricordiamo che un referendum appunto c'è già stato: nel 1987, gli italiani dissero no al nucleare, e le centrali nel nostro paese vennero chiuse. Ora la questione si pone nuovamente, con la tecnologia che in materia di sicurezza ha fatto dei passi in avanti: eppure, proprio poche settimane fa il disastro di Fukushima sembra avere riportato il tempo indietro a ciò che accadde nell' '86. Certo, in Giappone c'è stato il terremoto e non era prevedibile un disastro di tale entità. Però il problema ambientale è lo stesso, e rimane eccome.
Se vogliamo fare una statistica, dal punto di vista propriamente naturale l'Italia è il paese che viene colpito più da Sole che non in tanti altri paesi, come la Germania, la quale sfrutta al massimo questo tipo di energia (non è un caso che noi i rifiuti li vendiamo perché non abbiamo impianti adatti al loro reimpiego e i tedeschi li trasformano in energia). Bisogna inoltre ricordare che il nucleare non è una fonte rinnovabile (uranio, plutonio). Potremmo dire, in ultima analisi che sarebbe interessante sfruttare la grandiosa quantità di energia che il Sole ci regala ogni giorno, energia pulita e assolutamente vantaggiosa: insomma il nucleare è una grande risposta al problema energetico italiano, ma potremmo utilizzare eventualmente anche l'energia solare, fonte pulita. La costruzione di impianti fotovoltaici ha un costo non di poco conto, che può essere tuttavia ammortizzato nel giro di pochi anni. Perciò, nucleare o meno, l'Italia ha bisogno di sopperire alla mancanza di energia che afflige da anni il nostro territorio.

domenica 3 aprile 2011

Il lavoro

Il lavoro: un’attività che da sempre è stata al centro dell’esistenza della vita di tutti noi esseri umani, intesi come veri e propri “animali sociali”. Per capire l’importanza del lavoro, basta leggere il primo articolo della nostra costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”. Ciò significa che se non c’è occupazione, non ci sono le premesse per uno stato che funzioni. A seguito della grande crisi economica che ha colpito tutto il mondo, c’è stato un più che rilevante aumento della disoccupazione: centinaia di migliaia di persone hanno perso un posto nelle loro fabbriche e centinaia di imprese sono state costrette a chiudere i battenti, tantissime altre a concedere solo la cassa integrazione ai loro dipendenti. L’occupazione è un tema e un dibattito ampio da affrontare, ma se noi prendiamo in considerazione la situazione di tutto il XX secolo nei paesi industrializzati la flessione è stata tutto sommato, generalmente positiva, pur tenendo conto delle tante eccezioni: nella cosiddetta età della belle époque, che parte dalla seconda Rivoluzione Industriale per arrivare fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, circa 10 milioni di persone sono emigrate dal Mezzogiorno al Nord e all’estero in cerca di fortuna. E poi le grandi guerre del ‘900, che hanno dato alle donne una maggiore consapevolezza dei propri diritti, impiegate nelle fabbriche al posto dei loro mariti partiti per la guerra, senza contare la grande crisi del ’29, quando la borsa di Wall Street ebbe nel giro di quattro giorni un crollo spaventoso con pesanti ripercussioni anche in Europa e la lenta ripresa, fino ad essere spazzata via dai disastri della Guerra Totale. Dal dopoguerra, tuttavia, giungendo sino alle soglie del nuovo millennio c’è stato un notevole sviluppo dei maggiori paesi dell’Europa, compresa l’Italia, che nel ’60 conobbe il grande “boom economico”, con un’impennata nella produzione e nella crescita di industrie, nell’amplificazione delle vie di comunicazione insieme ad altre invenzioni che hanno fatto la storia del nostro paese: dalla televisione, pochi anni prima al computer, fino ad arrivare ai cellulari, queste ultime due invenzioni diffusesi in Italia nell’ultimo trentennio. Ma da circa 5 anni l’Italia insieme a tanti altri paesi che trainano l’economia mondiale, ha subito una recessione piuttosto imponente. Le cause sono tante, ma considerando che il sistema economico è imperniato sulle banche, dal momento in cui esse vivono una crisi tutto il sistema finanziario va in tilt. Se il carovita aumenta, per via del cambio di moneta, ad esempio, i consumi secondari subiscono una netta recessione: molte fabbriche producono più del dovuto (l’offerta che supera la domanda) e sono costrette a licenziare tanti dipendenti. E se la crisi è maggiore, non riescono a produrre proprio nulla, e allora devono chiudere i battenti. Se la gente non compra, il mercato è bloccato e con esso lo sviluppo. Altra crisi quella dei mutui in America (e non solo): è successo che molte famiglie, nell’intento di comprare una casa, decidono di fare un mutuo, ma dal momento non riescono a sopperire alle spese economiche, causa disoccupazione, c’è un’impennata degli interessi incontrollabile, provocando una crisi delle stesse banche, che non ricevendo quanto dato ai propri clienti, non sono in grado di far girare denaro e quindi c’è crisi. L’Italia, secondo recenti stime, non è più in recessione, ma si spera, nei prossimi anni, che ci sia uno sviluppo forte, con nuove idee e nuovi progetti, ricordando che il lavoro resta un dovere, ma soprattutto un diritto per tutti noi, l’elemento centrale per la nostra società.

venerdì 1 aprile 2011

150 anni di tricolore

Il 2011 è l'anno in cui stiamo festeggiando il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia. Facciamo un salto nel passato per vedere come tutto ciò ebbe inizio; brevemente possiamo dividere il tutto in 5 fasi comprensive di date precise per tenere bene a mente i vari passaggi; ricordiamo insieme: la prima fase è stata la prima guerra di indipendenza (1848-1849); la seconda guerra di indipendenza (1859); la spedizione dei Mille (1860); l'unità d'Italia (1861-1865) e la terza guerra di indipendenza (1866-1871). Dopo le prime due guerre che sancirono rispettivamente l'una la pace di Milano e l'altra la pace di Zurigo; parte la spedizione dei Mille che ha inizio il 5-5-1860 da Quarto per terminare il 26-10-1860 a Teano con l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. L'unità d'Italia ha inizio così: nel 1861 a Torino ci fu il primo parlamento italiano che proclamò il regno d'Italia il 17 marzo e Vittorio Emanuele II assunse il titolo di re d'Italia. Dal 1861 al 1876 ci fu il periodo di governo della Destra storica. Nel 1862 Garibaldi cercò di liberare Roma ma venne fermato da truppe piemontesi . Nel 1865 la capitale italiana divenne Firenze. In seguito con la terza guerra  di indipendenza nel 1870 attraverso la breccia di Porta Pia i bersaglieri entrano a Roma ed infine nel 1871 Roma diviene capitale d'Italia. Cenni storici erano doverosi, ma ora veniamo all'oggi; abbiamo sentito e continuiamo a sentir parlare di unità d'Italia; moltissime persone si sono battute e hanno perso la vita per regalarci questo bellissimo Paese e per renderci tutti uniti senza distinzioni, ci hanno creduto con tutto il cuore, non dimentichiamolo mai. Credo che questa patria dovrebbe essere amata di più anche per rispetto del nostro passato. Detto ciò dovremmo cercare di amarci di più e di aiutarci tutti; purtroppo molte persone nonostante l'unità ancora oggi non si sentono uniti e fanno distinzioni inutili tra nord, centro e sud; ogni piccolo pezzo del mondo ha qualcosa di bello da raccontare ma rimanendo in Italia, bhe a mio avviso molte cose che abbiamo non le trovi da nessun'altra parte; abbiamo una cultura immensa, bellezze e patrimoni artistici senza tempo, una lingua meravigliosa e dei dialetti particolari in ogni regione, una religione di stato dalla buona morale e tantissime altre cose. Solo pensando a tutto ciò dovremmo essere fieri di noi, felici e fortunati di trovarci qui. Continuiamo a volerci bene e ad andare avanti e collaboriamo per un paese migliore che porti ad un mondo migliore. Detto ciò sentiamoci davvero uniti e italiani nel profondo e non solo a parole. Di seguito vi lascio con un video di Benigni; se non lo avete già visto guardatelo; a me ha veramente toccato l'anima.